Etimologie foggiane

Carciofo

scarcioffele [skar'ʧɔffələ] 

Nel dialetto foggiano la voce femminile “carcioffola” italianizzata da “carciofele” [kar'ʧɔfələ], con il significato di “carciofo” e l’avvertenza che “il fondo di esso dicesi Girello”, è attestata per la prima volta in forma scritta nel “Saggio di Vocabolario familiare compilato per Ferdinando Villani da Foggia”  pubblica-
to nel 1841 dalla Casa editrice napoletana Borel e Bompard. 
Nel 1864 Attilio Zuccagni-Orlandini pubblica nella “Raccolta dei dialetti italiani” (Firenze, Tofani), la traduzione in dialetto foggiano, ad opera di un non ben identificato giovane artista, del suo “Il dialogo tra un padrone ed un servitore” in cui la voce viene trascritta con “carcioff”: “SERV. Lu frit lu farragghio de cirvel, de fegato e de carcioff. (“Il fritto lo farò di cervello, di fegato e di carciofi”).
Bisognerà aspettare ancora molti anni per ritrovare la voce scritta nel modo in cui ancora oggi è più comunemente conosciuta e detta dai foggiani, e cioè “scarcioffele”.
Carlo Villani, infatti, nel 1939 pubblica il “Vocabolario domestico del dialetto foggiano” (S.I.E.M.) in cui la voce è cosi riportata: “CARCIÒFOLA, CARCIÒFFOLA o SCARCIÒFOLA. Carciofo. Il ricettacolo che stà nel fondo di esso, e che, troncati il gambo e le squame, si usa cotto per vivanda, dicesi nel dialetto Turzo, ma in buona lingua Girello.” 
Coltivato in Arabia sin dal IV secolo a. C., il carciofo, kharshūf in arabo, è stato introdotto in Europa nel Medioevo. Secondo alcuni studiosi il termine è considerato di mediazione spagnola (alcachofa), da altri prestito diretto.

carciofele [kar'ʧɔfələ] sf. Carciofo. || cfr. scarcioffele [skar'ʧɔffələ] || VF carcioffola (1841) | ZO carcioff (1864). || VC carciòfola / carciòffola. (1929) || CL carciofele. || Etimol. dall’arabo kharshūf. 

scarcioffele [skar'ʧɔffələ] sf. Carciofo. || cfr. carciofele [kar'ʧɔfələ] || VC scarciòfola (1929). ||RM scarciòfele || RF scarcioffele [skarčǫ́ffe̯le̯]. || Etimol. dall’arabo kharshūf.

Fazzoletto

maccature [makka'tʉrə] 

La voce “muccaturo”, italianizzata da “maccature” [makka'tʉrə] con il significato di “fazzoletto”, è attestata per la prima volta nel dialetto foggiano nel “Saggio di Vocabolario familiare compilato per Ferdinando Villani da Foggia”  e pubblicato nel
1841 dalla Casa editrice napoletana Borel e Bompard. 
Il Villani, però, alla voce “muccaturo”  invita il lettore a consultare il termine “facciuletto”, italianizzato da “facciulette” [fatʧu'lɛttə], che viene distinto in “Facciuletto de lu naso” col significato di Pezzuola  da naso, Fazzolello,  e Moccichino specificando che “quest'ultima voce  non  è comune a tutti i dialetti: quella di Fazzoletto  è la più nobile.” e “Facciuletto de ncanno” col significato di Pezzuola da collo, Fazzoletto da collo, Cravatta. 
Quindi ci sembra che già all’epoca il termine “maccature” fosse usato solo dai ceti foggiani popolari e che ad esso si preferisse il termine ”facciulette”.
Il termine dialettale foggiano ha evidenti origini latine dato che mūccus significava “muco, moccio”.  Da qui il sostantivo “maccature” col significato di pezzuola per soffiarsi il naso. In catalano abbiamo “mocador” e in francese “mouchoir”  entrambi con il significato di “fazzoletto da naso”.

maccature [makka'tʉrə] sm. Fazzoletto. || Anche facciulette [fatʧu'lɛttə]  || AO Ha fatte nu nùdeke 'o maccatùre p'arrecurdà [a f'fattə nu 'nudəkə ɔ makka'tʉrə p arrəkur'da] Ha fatto un nodo al fazzoletto per ricordare. || FM Si vùje nen canuscìte 'u maccatùre, éje nu salviètte pìccùle e ggrazziàte; decìme ch'éje 'u nepote du lenzulle, 'u cchiù elegande è sèmbe recamàte.  [si 'vujə nən kanuʃ'ʃɪtə u makka'tʉrə, 'ɘjə nu sal'vjɛttə 'pɪkkul-ɛ aɡɡrad'ʣjɜtə; də'ʧɪmə k 'ɘjə u nə'pɤtə d-u lən'ʣʉlə, u k'kjʊ ele'ɡandə ɛ 'sɛmbə rəka'mɜtə] N.d.R. Se voi non conoscete il fazzoletto, è un tovagliolo piccolo e grazioso; diciamo che è il nipote del lenzuolo, il più elegante è sempre ricamato. || DSR che nu maccatùre jànghe [kə nu makka'tʉrə 'janɡə] N.d.R. con un fazzoletto bianco. || VF muccaturo (1841). || FM maccatùre. || LA maccature. || PP [makkatúre̥]. || RF maccatùre [makkatůre̯]. || Etim. dal lat. mūccus “muco, moccio”.  || [fg. fazzolètto -  ital. fazzolétto]